lunedì 12 gennaio 2015

Nostalgia felice

Fra i molti regali, sotto l'albero ho trovato uno dei noti cofanetti regalo per un soggiorno a scelta in una località italiana. Ho iniziato a sfogliare il catalogo del cofanetto nelle oziose ore delle vacanze di Natale ed è stato strano scoprire come qualsiasi lettura possa dare emozioni. Sembra incredibile, no? 
E invece sfogliando mi sono imbattuta in una bellissima foto di Bologna, e mi si è aperto il cuore. 
Bologna, la città dove viveva il mio fidanzato quando ci siamo conosciuti. 
Ho passato lì tantissimi momenti speciali ed ora sono anni che non ci vado.
Scopro inaspettatamente di aver una grande nostalgia di Bologna, bella, dai colori caldi, accogliente, goduriosa. 
Ma il termine nostalgia non rende giustizia a quello che provo ripensando a Bologna; provo una sorta di affetto, di gratitudine.
Dalla recentissima lettura di un libro di Amélie Nothomb (Nostalgia felice, per l'appunto) scopro che in giapponese esiste una parola che esprime quel che ho provato ripensando a Bologna: "Natsukashii definisce la nostalgia felice, l'istante in cui la memoria rievoca un bel ricordo che la riempe di dolcezza".
Tornerò a breve a Bologna, mi sto organizzando, ma nel frattempo, per godermi appieno la mia natsukashii ho deciso di cimentarmi con le piadine. Certo, lo so, non sono un piatto tipico bolognese, sono l'emblema della romagna, ma erano comunque uno dei cibi più gettonati nei nostri weekend da studenti a Bologna.

Per la prima volta in vita mia ho comprato lo strutto (e metterlo nel mio frigo mi ha dato grande soddisfazione, nel leggendario frigo di mia nonna c'era sempre) e ho inaugurato il mio bimby, appena consegnatomi da Babbo Natale. Spianatoia, mattarello e qualche video di youtube per studiare i movimenti per sfogliare la piada.

Ho sciolto 70 gr di strutto in 200 gr di latte. Ho impastato 400 gr di farina, 2 cucchiai di lievito istantaneo e un cucchiaino di sale con il latte in cui avevo sciolto lo strutto. 


L'impasto così ottenuto sarebbe potuto essere semplicemente steso e cotto su una piastra antiaderente. 
Ma avevo voglia di divertirmi e quindi ho realizzato il procedimento per fare la piadina sfogliata. 
Ho diviso l'impasto in 7 parti (la ricetta originale diceva 6 ma sarebbero venute troppo spesse per i miei gusti); ciascuna di queste parti è stata stesa con il mattarello, cosparsa di strutto con i polpastrelli, arrotolata su se stessa; il rotolino ottenuto è stato a sua volta avvolto su se stesso, a forma di chiocciola.
Ogni chiocciola è stata poi stesa molto finemente (c'è il lievito istantaneo per cui una volta messo sulla piastra l'impasto si gonfia) e poi cotta sulla piastra.


Le piade a questo punto erano pronte per essere farcite. Per noi la farcia è rigorosamente una, la classica, squacquerone (o crescenza), prosciutto crudo dolce tagliato finemente (noi adoriamo il gambuccio, economico, morbido, dolce, cioè perfetto per le piade) e la rucola (di quella piccolina, appena spuntata, altrimenti il suo sapore è troppo forte; purtroppo però in questo momento nel mio orto non c'è per cui l'ho dovuta prendere al mercato).


Ci siamo gustati le nostre piadine homemade, ci sono sembrate buonissime.
Ora non ci resta che finire di organizzare il nostro weekend....Bologna stiamo per tornare! 


1 commento:

  1. Le piadine sembrano dire "Mangiami,mangiami!"
    Buone vacanze a Bologna ed auguri per tanti natsukashii nella tua vita!

    RispondiElimina